La carrozza mi passa accanto,
troppo vicina.
Trasporta il suo carico di staticità
che fugge lontano,
verso il suo destino,
a testa bassa,
senza mai fermarsi,
soprattutto nella stazione della mente.
L’archivio del nostro cervello
è chiuso
rifiuta,
si stacca,
non vuole registrare l’immagine del mondo
che non gli appartiene.
Il tempo è tiranno.
Il mondo scivola via.
Le storie nascono,
si intrecciano,
lasciano spazio alla gioia, alla curiosità, alle tristezze…
alla vita.
Il gioco è bello,
non si ferma davanti alla “staticità esteriore”,
continua…
a vantaggio di occhi nuovi,
aperti,
pronti a conoscere,
a cercare la nuova dimensione,
nascosta,
nel labirinto della “dinamicità interiore”,
a volte in debito di forze.
Sbattiamo la porta.
Con dolcezza apriamo una finestra,
…affacciamoci.
Guardiamo lontano dove cielo e terra si toccano,
senza pregiudizi.
Ruotiamo la fredda ghiera di un mezzo,
semplicemente per mettere a fuoco…
Ciao handicap!